Neonati

Giochi per neonati: tutti i consigli della pediatra per divertirsi e imparare con i bebè

Guardarli negli occhi, praticare il baby talking, leggere libri ad alta voce: ecco una serie di attività per stimolare lo sviluppo psicofisico dei bambini da 0 a 12 mesi

Scopri il centro pediatrico
Giochi per neonati: tutti i consigli della pediatra per divertirsi e imparare con i bebè

Molti neogenitori, una volta che hanno provveduto alle necessità vitali del loro bebè (ovvero nutrirlo, farlo dormire e lavarlo) vorrebbero passare anche dei momenti di svago con lui o lei. Ma quali sono i giochi per neonati più indicati per favorire il loro sviluppo? Come intrattenere, divertire ed educare i lattanti da zero a 12 mesi? Abbiamo chiesto consiglio a Daniela Callegari, pediatra del Centro Medico Santagostino.

Prenota una visita pediatrica Prenota una visita pediatrica online

Perché è importante far giocare i neonati, quali sono i benefici?

«Inizierei con una premessa importante, ovvero chiarendo il significato della parola “gioco”: per noi adulti si tratta di una distrazione, una attività “lieve” che ci distoglie dalle “cose serie”. Per il bambino è tutt’altro. Il gioco è la sua attività principale, il suo modo di affrontare la realtà. Il mondo che lo circonda infatti per lui è qualcosa di difficile da comprendere: attraverso il gioco il bambino cerca di ridimensionarlo e di portarlo alla sua capacità di comprensione.

«Giocare quindi si configura come un’attività estremamente importante e formativa, a cui i genitori  dovrebbero guardare con molto rispetto, sia dando tempo e spazio opportuno sia fornendo degli strumenti adeguati all’età del bambino. Attraverso il gioco infatti il bambino si approccia al mondo reale per conoscerlo, trasformarlo e sperimentarsi. I piccoli sviluppano intelligenza e competenze giocando perché nel fare queste attività attraverso l’utilizzo dei sensi coinvolgono sia il corpo che il cervello».

«Il gioco infatti è qualcosa a cui il bambino partecipa attivando le sue attività sensoriali: vista, udito, tatto, gusto (attraverso l’utilizzo della bocca) e olfatto». 

«Non c’è sviluppo di intelligenza, formazione del carattere e della personalità, crescita delle competenze base (motorie e linguaggio) senza l’utilizzo dei sensi».

«Se queste sono le premesse, ne consegue che l’adulto debba prendere molto seriamente questa faccenda del giocare. Vanno messi a disposizione degli oggetti, non tanti e a rotazione. Quando il bimbo ha finito di esplorare un oggetto, ovvero quando lo abbandona, il genitore lo sostituisce con un altro. L’importante è che non ci sia una sorta di “immersione” nei giocattoli perché un ambiente confuso e caotico non stimola nel bambino la concentrazione».

«Ricordiamoci anche che il bimbo fa un utilizzo dei giocattoli del tutto personale e creativo: noi adulti tendiamo ad usare un oggetto seguendo le istruzioni scritte sulla scatola (ad esempio “costruisci la fattoria”), mentre il bambino con dei semplici mattonicini del lego ha la capacità di costruire ponti, automobili e aeroplani. L’importante è offrire dei giochi adatti alle necessità di sviluppo del momento».

Giochi per neonati 0 – 3 mesi: che attività proporre?

«Ciò di cui ha bisogno il neonato in questo momento della sua vita è innanzitutto di essere guardato negli occhi. Una stimolazione della vista è già possibile, perché il piccolo è capace di mettere a fuoco a 10-15 cm di distanza. Consiglio ai genitori di guardarlo negli occhi fin dai primi giorni di vita. Suggerisco di porlo a 10 cm dai loro occhi e di fissarlo e parlargli dolcemente. Nei primi tempi l’adulto sperimenta uno sguardo “vagante” del neonato, ma man mano che lo stimolo è quotidiano e abitudinario, il bambino comincerà a ricambiare lo sguardo fisso negli occhi».

«Questo gesto va accompagnato con la voce: parlategli lentamente, raccontategli quello che desiderate. Questo comportamento stimola l’attività neuronale e ha una potente influenza sia sull’area visiva che su quella dell’udito del cervello».

«Questa sorta di primo gioco ha il potere di far sentire il neonato come individuo che esiste a sé, indipendentemente dalla mamma e anche il destinatario di attenzioni di cura che lo fanno sentire amato». 

«Un altro “gioco” che suggerisco è quello di stringere per esempio la mano o il piede o la gamba del neonato e di guardarlo negli occhi nominando la parte del corpo interessata. Ricordiamoci che la sensibilità di superficie della pelle del neonato è bassa, quindi non sente le carezze delicate. Un’esperienza apparentemente banale come questa stimola la sua area visiva, le parti del corpo coinvolte dal tatto (perché percepisce la stretta) e le zone del cervello che riguardano il centro della parola (associando al gesto la parte del corpo)».

Lallazione e baby talking

«Verso i due mesi il neonato inizia la cosiddetta “lallazione”, ovvero i suoi primi tentativi di vocalizzazione. Questo avviene tanto più precocemente quanto più ha sentito la voce e lo sguardo del genitore su di sé. In questo periodo suggerisco il baby talking, ovvero l’attività di instaurare un dialogo con il neonato. In momenti della giornata quando il piccolo è rilassato ed inizia ad emettere i vocalizzi bisogna guardarlo negli occhi. Quando farà una pausa il papà o la mamma ripeteranno gli stessi vocalizzi, così da instaurare un vero dialogo. Si tratta di un gioco che da grande gioia al neonato, che a sua volta ricomincerà ad emettere suoni quando il genitore avrà fatto la pausa».

«Si tratta di un’attività molto gratificante per i piccoli perché hanno l’impressione che qualcuno capisca la loro lingua. Sempre in questo periodo, ascoltare il canto dalla voce naturale dell’adulto per il neonato si configura sia come un gioco che come un’attività rilassante».

Giochi per lattanti 3-6 mesi: le attività sensoriali

«Dai tre mesi in poi si possono cominciare a proporre giochi che utilizzino le capacità sensoriali. Questo perché il bimbo a 3 mesi riesce a vedere fino a 30 cm di distanza e più cresce più sua la messa a fuoco si allunga di qualche metro fino a comprendere tutta la stanza. Un altro grande cambiamento è la capacità di utilizzare la mano come suo strumento volontario di prensione ed anche strumento di esperienze tattili». 

«In questo periodo il piccolo inizia a fare maggiore attenzione ai suoni e rumori. Comincia anche ad  essere in grado di rotolarsi e cambiare posizione».

«Non trascuriamo neanche l’olfatto, un senso che anticamente era finalizzato alla sopravvivenza e che ora viene molto trascurato. Possiamo invece stimolarlo nei lattanti facendo loro annusare i cibi. L’ideale sono gli “insaporitori” come aglio, rosmarino e cipolla ma anche il profumo del bucato o dei  fiori di lavanda».

Prenota una visita pediatrica Prenota una visita pediatrica online

Ci sono dei giocattoli per lattanti che ci consiglia?

«Gli strumenti che il genitore può offrire al bambino per favorire lo sviluppo delle sue competenze possono essere oggetti colorati, facili da afferrare e di materiale diverso (come legno, stoffa, plastica). Sono molto indicati anche gli oggetti sonori come campanelli o sonagli. Personalmente non amo i giochi dove schiacciando un tasto partono canzoni o luci. Può essere invece divertente per il bambino laddove al disegno dell’animale schiacciando un tasto si sente il verso corrispondente».

«Non deve mancare poi un tappeto dove il bambino può essere libero di muoversi e rotolarsi, importante inizio dello sviluppo motorio. E’ normale e benefico che il bambino nell’esplorare gli oggetti li porti alla bocca, un organo che nel bimbo è molto sviluppato proprio come strumento di conoscenza. L’igiene deve sempre esserci, ma che sia guidata dal buonsenso e non sia ossessiva».

Giochi per lattanti dai 6 ai 12 mesi

«Tutto quello che è stato utilizzato prima non deve essere certo dismesso: rimane valido il guardare  negli occhi, il raccontare la giornata, descrivere le cose che si stanno facendo. Sono molto importanti gli stimoli a livello linguistico perché condizioneranno lo sviluppo del linguaggio evitandone il ritardo della comparsa. Quando si parla ad un lattante bisogna, tutte le volte che si può, posizionarsi ad altezza del suo sguardo, nominare un oggetto indicandolo con il dito e accompagnare la parola con il mimo e il verso del rumore (ad esempio si mostra il frullatore, si mima il rumore che fa e si spiega che serve per preparare la pappa, oppure si può indicare un areoplano, si può simulare il rumore dell’areoplano e lo si può mimare allargando le braccia)».  

«Dai sei mesi si deve proporre quotidianamente la lettura dei libri: per tutte le indicazioni in merito rimando al sito natiperleggere.it, estremamente ricco di spunti e consigli».

«Si può giocare con il lattante anche senza oggetti, ad esempio con il gioco del cucù, (ovvero nascondere il volto della mamma dietro ad un telo e farlo scostare dal bambino, per fargli verificare che l’adulto esiste ancora) è molto amato dai lattanti: attraverso questo gioco fanno esperienza che anche ciò che non si vede esiste ancora, cosa che suscita in loro meraviglia e gioia se poi appare il viso del genitore».

«Si possono proporre blocchi da incastro e scatole dove attraverso i buchi si possono infilare oggetti diversi, ma anche cubi per fare le torri. Adesso il bimbo sa stare seduto, striscia e gattona. Per favorire il suo sviluppo motorio si possono proporre palle e clilindri che rotolano ed emettono rumori».

Ci sono giochi montessori che ci consiglia?

«Da circa sei mesi, quando il lattante è divenuto più abile a manipolare gli oggetti si può mettere a sua disposizione una scatola. L’adulto dovrà poi metterci dentro degli oggetti».

«Non occorre acquistarli, vanno bene anche quelli di uso quotidiano. Devono essere abbastanza grossi e non devono frantumarsi (così se li mettono in bocca non succede niente). I piccoli passeranno molto tempo ad aprire la scatola, mettere dentro gli oggetti, richiuderla, per poi ricominciare da capo. Anche questa è un’esperienza che suscita in loro molto interesse e meraviglia». 

Quali giochi per bambini di 1 anno conviene proporre?

«Dai dodici mesi in poi si possono proporre i puzzle, scomponibili in due pezzi, costruzioni un po’più complesse e soprattutto strumenti che valorizzino le sue conquiste in campo motorio, come carretti da spingere o gli animaletti da trainare o quel tipo di tricicli senza pedali con un’ampia seduta, che permettono al bambino di sviluppare una diversa coordinazione dei movimenti e anche dell’equilibrio».

Foto di Leslie Eckert da Pixabay

Scopri il centro pediatrico