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Pubblicato inGenitori

Quando fare le prove allergiche nei bambini

Le prove allergiche nei bambini. Capiamo a cosa servono, quali sono le più importanti, a che età svolgerle e con quali modalità.

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Le prove allergiche per i bambini rappresentano un passaggio fondamentale durante l’età pediatrica, anche se i sintomi di un’allergia possono manifestarsi a qualsiasi età. In Italia si occupa di queste tematiche la Siaaic.

A spiegare quando e quali prove allergiche svolgere per i bambini, la dottoressa Chrys Stafylaraki, allergologa del Centro Medico Santagostino.

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Prove allergiche per i bambini, di cosa si tratta?

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Un’allergia può manifestare i propri sintomi a qualsiasi età. Possono verificarsi intolleranze alimentari (al latte vaccino, per fare un esempio), allergie, rinite allergica, dermatite allergica da contatto e asma (oppure bronchite asmatiforme), causata da allergeni inalanti.

Per approfondirne l’eziologia si rende necessaria l’esecuzione delle prove allergiche, così da pianificare una corretta strategia di intervento.

Valutazione dei sintomi nella visita medica specialistica

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Per un corretto inquadramento della condizione clinica, e per sciogliere un sospetto diagnostico, è necessario che il bambino svolga una visita medica specialistica, possibilmente da un allergologo pediatrico.

Lo specialista saprà suggerire il giusto iter diagnostico da seguire. Altri rimedi che non siano vagliati da una figura specializzata, rimedi magari più veloci e con effetti nell’immediato, risulteranno essere non risolutivi nel lungo termine.

Prove allergiche ai bambini. Quali sintomi richiedono attenzione?

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Non è facile individuare il fattore scatenante di una reazione allergica. Il sistema immunitario è sollecitato continuamente da sostanze che potrebbero risultare allergeni. C’è una maggiore frequenza, tra le cause di un’allergia, negli acari della polvere e in qualche alimento. Tuttavia può risultare complesso intercettare esattamente la sostanza responsabile di una reazione allergica.

Prima di avviare un qualsiasi tipo di test, risulta pertanto di estrema importanza fare attenzione ai sintomi e ricordare alcune informazioni che saranno preziose per lo specialista in sede anamnestica e diagnostica:

  • il diario alimentare è un valido strumento per annotare abitudini di alimentazione e reazioni allergiche a determinati alimenti, che possono verificarsi anche molte ore dopo avere ingerito un potenziale allergene. Se un bambino diventa rosso tutte le volte in cui mangia un’arachide, e lamenta un prurito, ecco una informazione da annotare
  • la frequenza dei sintomi è un’altra informazione di cui fare tesoro. Occhi che lacrimano ad ogni primavera, per fare un secondo esempio, o starnuti quando il bambino è al parco
  • la ricerca del fattore scatenante che può essere, ad esempio, una specifica marca all’origine di una dermatite da pannolino.

In alcune circostanze queste informazioni, che pure aiutano in una opportuna selezione degli esami da svolgere, possono essere sufficienti per la diagnosi.

Quando si possono fare le prove allergiche ai bambini?

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È fondamentale una premessa: le prove allergiche devono essere eseguite soltanto dopo l’insorgenza di sintomi compatibili con una reazione allergica. Lo specialista indicherà i test da svolgere, come approfondiremo a breve, evitando che il bambino sia sottoposto ad esami inutili.

È possibile indicare delle età di riferimento minime, per così dire, per le prove allergiche:

  • a 2 anni e a 3 anni è già possibile svolgere il prick test o il RAST test
  • in genere, a 4 anni i risultati dei test, che comunque devono essere interpretati sempre dallo specialista, iniziano ad essere più affidabili.

I test cutanei si fanno in ambito ambulatoriale e sono esami sicuri. In caso di possibili reazioni avverse, interverrà lo specialista. Una precisa selezione degli esami da eseguire, nel contesto della visita specialistica, è di primaria importanza per evitare reazioni indesiderate.

Come si fanno le prove allergiche: gli esami ematici

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Si danno due tipi di prove diagnostiche: gli esami del sangue, chiamati anche ematochimici, che si svolgono attraverso un prelievo di sangue, e ci sono poi i test cutanei.

Tra gli esami cosiddetti ematochimici ci sono:

Questi ultimi vengono eseguiti su campioni di sangue così da determinare, in termini quantitativi, gli anticorpi IgE specifici, ovvero le immunoglobuline che causano le reazioni allergiche. Questo è un esame di secondo livello, che viene eseguito per una possibile immunoterapia specifica agli allergeni inalanti.

Attualmente gli esami ematochimici esistenti riescono a stabilire la sensibilizzazione verso specifiche componenti allergeniche: allergeni alimentari o allergeni che derivano dalla presenza di animali domestici. Fattori, questi, importanti a livello prognostico.

Esami cutanei

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Questo secondo tipo di indagine si basa su di un test di provocazione dell’allergia attraverso diverse sostanze. I test cutanei possono avere una lettura rapida o una lettura ritardata.

Tra gli esami cutanei si segnalano:

  • lo skin prick test, per svolgere il quale il medico applica una piccola goccia dell’allergene (alimentare, oppure inalante) sulla cute e pratica una leggera incisione. In caso di allergia, quindi in caso di positività, si crea un piccolo rilievo (pomfo) in corrispondenza del punto di iniezione. La lettura avviene dopo circa 15 minuti
  • il patch test. Si tratta di test cutanei a lettura ritardata. Sono effettuati in caso di sospetta dermatite da contatto. Sono cerotti suddivisi in piccole porzioni. Ogni porzione contiene una sostanza che, una volta applicata sulla pelle, può determinare una reazione allergica. Il medico applica i test sulla schiena del paziente e la lettura viene svolta dopo almeno 48 ore.

Cosa non fare prima delle prove allergiche?

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Importante è ricordarsi che prima dell’esecuzione degli esami cutanei deve essere sospesa l’eventuale terapia antistaminica. La sospensione deve verificarsi almeno 5 giorni prima dei test.

Per i test sierologici invece non sussistono restrizioni. Possono essere effettuati in qualsiasi momento.

Quanto costano i test per l’allergia?

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Il costo dei test per l’allergia parte dai 66 euro, per le allergie cutanee e respiratorie e per le intolleranze alimentari. Dai 6 anni d’età è inoltre possibile valutare la funzione respiratoria, attraverso la spirometria, esame che permette di capire se un soggetto allergico sia anche asmatico. 

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