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Vaccino della pertosse per le donne in gravidanza: perché farlo

È importante che le future mamme (e papà) effettuino il vaccino contro la pertosse per proteggere il neonato dal rischio di contagio

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Vaccino della pertosse per le donne in gravidanza: perché farlo

Il Ministero della Salute raccomanda alle donne in gravidanza di eseguire diversi vaccini, che devono essere ripetuti a ogni nuova gravidanza. Quelli consigliati sono contro:

  • la difterite,
  • il tetano,
  • l’influenza (offerto gratuitamente se la gestazione si verifica nel corso di una stagione influenzale),
  • la pertosse (dTpa).

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Perché fare il vaccino contro la pertosse

Di grande importanza è proprio la vaccinazione contro la pertosse, da effettuare anche nel caso in cui la donna:

  • sia già stata vaccinata,
  • sia in regola con i richiami decennali,
  • sia stata affetta dalla malattia.

Il vaccino protegge la mamma, ma soprattutto il bambino. Se la pertosse viene contratta dal neonato nei primi mesi di vita, può infatti essere molto grave o perfino mortale e «la fonte di infezione è frequentemente la madre» sottolineano gli esperti del Ministero.

In uno studio del 2017, un gruppo di ricercatori americani del più importante centro dedicato al controllo e prevenzione delle malattie ha comparato la storia clinica e personale di 240 bambini che avevano contratto la pertosse entro i due mesi di vita e quella di oltre 500 bambini con caratteristiche simili, ma che non si erano ammalati.
Il risultato è stato che l’incidenza della malattia era molto inferiore nelle famiglie in cui le mamme avevano fatto il vaccino: il vaccino riduce la possibilità di contrarre la pertosse nei neonati sotto i due mesi del 78% e del 90% i casi più gravi, che richiedono il ricovero in ospedale.

I vaccini non sono pericolosi. Ecco perché

Quando effettuare il vaccino contro la pertosse

«Tutte le donne nell’ultimo trimestre di gravidanza, tra la 26esima e la 36esima settimana, devono effettuare il vaccino trivalente che protegge dalla difterite, il tetano e la pertosse» sottolinea Alberto Canciani esperto in Travel Medicine, vaccinazioni e malattie tropicali del Centro Medico Santagostino.

Questo «al fine di consentire alla gestante il tempo necessario per la produzione di anticorpi sufficienti e il conseguente passaggio transplacentare» si legge sul sito del Ministero della Salute.

«Il vaccino dTpa è sicuro sia per la donna in gravidanza sia per il feto. Non ha particolari effetti collaterali: a volte potrebbe verificarsi un arrossamento e indolenzimento del sito di inoculazione. Per effettuarlo, non è necessario essere a digiuno. Per prevenire ogni possibile contagio, oltre che alla mamma, si consiglia di farlo anche ai papà» aggiunge il dottor Canciani.

Che cos’è la pertosse e come si cura

Quella che un tempo veniva definita “tosse canina”, la pertosse, è una malattia infettiva causata da un batterio. È caratterizzata da: raucedine, raffreddore, tosse notturna, che si trasforma poi in tosse violenta. È una patologia molto contagiosa, che richiede circa due mesi per essere eliminata.

I più a rischio sono i bambini piccoli, nel primo anno di vita, che possono sviluppare complicazioni come: crisi di apnea molto prolungate e pericolose, l’inibizione a mangiare, broncopolmoniti, convulsioni ed encefaliti. La mortalità è di uno-due casi su mille quasi sempre di bambini sotto l’anno d’età.

È molto importante quindi che i genitori siano vaccinati, anche perché la prima vaccinazione contro la pertosse per i piccoli avviene al terzo mese d’età, quando viene somministrato l’esavalente.

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