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Pubblicato inGenitori

Come gestire una famiglia allargata, errori da non fare

Vediamo come gestire una famiglia allargata, quali sono le difficoltà che essa pone ai membri che la compongono e come vivere nel miglior modo possibile una situazione sempre più comune.

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Gestire una famiglia allargata è una sfida per tutti. Pur non essendoci ricette universali – perché ogni situazione è a sé – c’è un presupposto generale, che è quello di mettere al primo posto il benessere del bambino, rispettando i suoi tempi.

Insieme alla dottoressa Elena Saporiti, psicologa e psicoterapeuta del Santagostino, vediamo quali comportamenti adottare, e quali sono gli errori da evitare.

Che differenza c’è tra famiglia allargata e famiglia nucleare?

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Per famiglia allargata s’intende tradizionalmente un nucleo familiare composto non solo dai genitori e dai figli, che è la formazione tipica della famiglia nucleare, ma anche da altre figure parentali, come i nonni, gli zii etc. 

Negli ultimi tempi, questa categoria si è ulteriormente ampliata, comprendendo anche quelle situazioni familiari, seguite a una separazione o a un divorzio, in cui sono presenti anche i nuovi partner dei genitori, con le loro relative famiglie, e gli eventuali figli della nuove coppie.

In altre parole, al nucleo familiare precedente si aggiungono altri membri, e questo porta alla formazione di relazione interpersonali inedite che non riguardano più solo genitori e figli, ma anche altre figure, come genitori e fratelli acquisiti. Vivere in una famiglia allargata dunque, pone molte criticità e questioni da affrontare. 

Quali sono i vari tipi di famiglia?

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Mutuando le categorie della sociologia, è possibile delineare 5 tipi di famiglie, utilizzate convenzionalmente per delineare i diversi tipi di formazione familiare. Queste sono:

  • Famiglia nucleare: formata da un solo nucleo coniugale (genitori – figli)
  • Famiglia estesa: formata da un nucleo coniugale e uno o più parenti conviventi (nonni, zii)
  • Famiglia multipla: formata da due o più nuclei coniugali (genitori e figli – nuovi partner e figli)
  • Famiglia mononucleare: formata da un solo individuo
  • Convivenza: è una famiglia priva di unità coniugale ufficiale o religiosa, ma a cui spettano determinati diritti per legge.

Come costruire una famiglia allargata?

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Per gestire una famiglia allargata nel migliore dei modi, l’unica soluzione è quella di mantenere i rapporti tra i genitori il più distesi possibile. Più la separazione è serena, più i figli possono vivere tranquillamente le future relazioni dei genitori e il nuovo assetto familiare. 

La comunicazione è uno degli aspetti più importanti per riuscire a gestire una famiglia allargata. Non solo tra adulti e bambini, ma anche tra gli stessi adulti che fanno parte della nuova formazione familiare. La comunicazione rafforza la fiducia e i legami affettivi. Anche l’interesse reciproco dei nuovi partner per i figli del precedente rapporto è un elemento aggregante e decisivo. 

Dunque, costruire una famiglia allargata è un processo delicato, fondato su momenti importanti e che richiede tempo. Cercare di venire incontro ai bisogni di ciascuno, e avere predisposizione all’ascolto e alla pazienza sono i primi passi per creare un nuovo equilibrio. È di fondamentale importanza, quindi, che i genitori:

  • Abbiano un rapporto sereno e di fiducia tra di loro e con i bambini
  • Continuino a essere un punto di riferimento per i propri figli
  • Rispettino i tempi di adattamento dei propri figli.

Inoltre, per gestire una famiglia allargata è importante che nessuno dei componenti si senta escluso. Il rispetto reciproco, e il rispetto del proprio ruolo all’interno della nuova formazione familiare permettono di costruire rapporti sani e sereni e costruttivi.

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I problemi più comuni di una famiglia allargata

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Uno dei primi ostacoli da superare per i figli è sicuramente la separazione dei genitori: per i bambini è un momento drammatico dover accettare il fatto che non vivranno più tutti i momenti della quotidianità insieme a entrambi. Inoltre, bisogna considerare la frustrazione e il senso di spaesamento che possono provare nell’essere inseriti in una nuova famiglia, con persone che all’inizio sono estranee.

È molto comune, inoltre, che in caso di separazione o divorzio, i rapporti tra ex coniugi sono distesi. Si incorre nei problemi più comuni. Le criticità che possono generare più tensioni in una famiglia allargata sono:

  • Il conflitto con l’ex compagno/a
  • L’accettazione da parte dei figli di un nuovo partner (e dei suoi eventuali bambini)
  • L’accettazione da parte dei nuovi membri della famiglia di figli già esistenti.

Rispettare i tempi di tutti, presentando i nuovi partner solo al momento opportuno, e garantire il benessere del bambino evitando imposizioni e confusioni, è il modo migliore per gestire queste situazioni.

Gli errori da non fare

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Un genitore separato non deve rinunciare ad amare di nuovo e a trovare una serenità familiare diversa da quella avuta in passato. Ci sono però degli sbagli da evitare per fare in modo che il passaggio sia il meno doloroso possibile.

Evitate imposizioni

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Non bisogna pretendere che il bambino accetti la nuova situazione. È necessario essere preparati al fatto che, soprattutto all’inizio, la possa rifiutare o esserne scontento. Ciò che desidera, infatti, è avere la mamma e il papà insieme. Quindi è giusto dargli lo spazio e il tempo necessari per metabolizzare la nuova situazione.

Siate pazienti

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Il momento della separazione per l’adulto arriva dopo una fase di elaborazione anche lunga. Un periodo che invece il bambino non ha avuto. Quindi è necessario lasciargli del tempo per poter gestire le sue emozioni e accettare un nuovo partner del genitore e gli eventuali suoi figli.

Siate chiari

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Quando si ritiene che la nuova storia d’amore sia sufficientemente stabile, è il momento di presentare la nuova situazione al bambino.

Io consiglio di farlo nel modo più naturale possibile, dicendo che si tratta di una persona che è molto importante per mamma e papà. Non è funzionale raccontare bugie, ma nemmeno presentare a freddo la nuova situazione. Meglio introdurre il/la nuovo/a compagno/a in modo delicato e successivamente, quando si è creata una certa routine, dire la verità spiegando al piccolo che si tratta della persona di cui mamma o papà sono innamorati.

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Mettete i giusti limiti

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In una famiglia allargata può essere facile confondere i ruoli, ma è una cosa da evitare per il bene di tutti. Il nuovo partner non deve fare le veci del genitore e, soprattutto all’inizio, non deve avere un ruolo educativo, che spetta solo al genitore biologico. Così come è sbagliato far chiamare con l’epiteto di “mamma” o “papà” i nuovi compagni, perché quello non è il loro ruolo.

Difendete le vostre scelte

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Rispettare i tempi del bambino e accettare che all’inizio possano esserci dei problemi non vuol dire sottostare ai suoi voleri. Nel momento in cui il genitore presenta il nuovo partner al figlio può essere che non lo accetti. Subito è giusto rispettare questa reazione, ma poi è bene costruire un percorso graduale di accettazione.

Quindi è corretto spiegare al piccolo che quella è la vita di mamma o papà, che si comprendono i suoi stati d’animo, ma che insieme bisogna trovare il modo di andare tutti d’accordo.

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