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Pubblicato inGenitori

Cosa fare con i bambini aggressivi

La gestione della rabbia nei bambini può essere molto difficile da parte dei genitori, che spesso non sanno come intervenire e sono alla ricerca di soluzioni educative efficaci. Scopriamo le strategie migliori per affrontare questo problema

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Come gestire i bambini aggressivi? Con la mamma, all’asilo, con i compagni di scuola e gli insegnanti, verso gli oggetti: sono tante le situazioni in cui i piccoli possono mostrarsi fuori controllo. Quali soluzioni mettere in atto per arginare comportamenti violenti? Cercare di comprenderne la causa è il primo passo per risolvere questi disturbi della condotta.

Bambini arrabbiati: quando preoccuparsi

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La rabbia è un’emozione importante che fa parte degli esseri umani, bambini compresi. «Entro certi limiti, va compresa e accettata da parte dei genitori – spiega Elena Saporiti, psicologa e psicoterapeuta del Centro Medico Santagostino. Deve invece far scattare un campanello d’allarme quando esula dalla normalità e diventa un atteggiamento costante nel tempo che sfocia in comportamenti aggressivi. Se un bambino è tendenzialmente tranquillo e, di colpo, diventa aggressivo bisogna capire che cosa ha determinato quel cambiamento».

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Perché i bambini diventano aggressivi

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I bambini, specialmente nei primi anni di vita, possono avere difficoltà a esprimere le proprie emozioni e a sviluppare le abilità sociali nel modo corretto. Questo perché devono ancora apprendere come fare e si affidano al solo strumento che conoscono: il proprio corpo. Per questo urlano, scalciano, tirano pugni, scagliano oggetti.

Diverse sono le cause, trasversali all’età dei piccoli, che possono determinare un comportamento aggressivo nei bambini. Tra queste ci sono:

  1. Emulazione. «Il bambino potrebbe copiare dei modelli di comportamento che vede in casa. Magari i genitori usano comportamenti aggressivi, verbali o fisici, che il piccolo utilizza a sua volta per imitazione».
  2. Reazione a stimoli ed eventi che incidono sulla propria emotività. «Il comportamento violento del bambino scaturisce da un evento particolare. Ad esempio, a scuola sente di non essere rispettato e allora reagisce in modo aggressivo».
  3. Incapacità di esprimere e incanalare correttamente la rabbia. «L’aggressività può rappresentare l’incapacità da parte del bimbo di gestire la rabbia che prova dentro di sé in particolari situazioni. Da una parte, infatti, non sa che cosa sia quest’emozione e non riesce a incanalarla correttamente, finendo per manifestarla in modo sbagliato».

Perché i bambini sono aggressivi con i genitori?

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Non sono rari i casi in cui la rabbia si manifesta come vera e propria violenza fisica, al punto che il bambino picchia i genitori: come mai succede questo?

Come si è visto, il bambino agisce spesso per emulazione di schemi comportamentali che osserva nell’ambiente circostante, quello familiare in primis. L’atteggiamento violento del piccolo potrebbe essere dovuto a un modello comportamentale che ha assorbito.

Molti adulti ricorrono alla violenza verbale o fisica quando sono arrabbiati per qualche ragione o reagiscono a un bambino che grida o alza le mani facendo altrettanto. Così facendo, tuttavia, replicano così quello stesso linguaggio violento che vorrebbero correggere nel figlio: non mettono un freno al problema, ma possono alimentarlo.

Cosa fare in caso di atteggiamenti aggressivi nei bambini?

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Di fronte all’aggressività dei propri figli i genitori possono spaventarsi o anche arrabbiarsi a loro volta. «L’unico modo per superare davvero il problema è quello di comprendere perché il bambino si comporta in quel modo, aiutandolo a vedere che sta sbagliando e trovando insieme delle modalità alternative per esprimere il disagio». La chiave è stimolare la crescita emotiva attraverso l’apprendimento.

Ecco i passaggi che possono aiutare gli adulti a gestire una situazione di questo tipo.

1. Mantenete la calma

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Cercate di non farvi risucchiare nel vortice dell’aggressività: «Se il bambino urla o ci risponde male verrebbe naturale sgridarlo e reagire a nostra volta con rabbia. Invece, il metodo migliore per disinnescare questo comportamento è mantenere la calma, prendendo il piccolo in disparte e parlandogli con tranquillità per capire che cosa sta succedendo e fargli capire che sta sbagliando».

2. Siate empatici

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Per aiutare il bambino, è fondamentale mettersi in comunicazione con lui. «Il primo passo non è quello di punire, ma quello di cercare di capire perché il bambino è aggressivo. Molte volte si pensa più a condannare l’atto piuttosto che capire che cosa l’ha scatenato. Un bambino aggressivo manca di empatia ma forse perché a sua volta non si sente capito».

3. Fate da specchio

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Affinché il bambino impari a gestire le proprie emozioni, è necessario spiegargli da dove scaturiscono e come fare per controllarle. «Una volta capita la causa del comportamento scorretto, spiegatela al bambino. Fategli capire che cosa lo ha fatto arrabbiare e che questa rabbia lo ha reso aggressivo utilizzando un linguaggio adeguato a seconda dell’età».

4. Sanzionate il comportamento

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Dopo aver chiarito le cause dell’aggressività e averne discusso con il piccolo, si può passare al rimprovero. «A questo punto è bene sanzionare il comportamento, dicendo al bambino che non è con l’aggressività che si fronteggiano le difficoltà».

5. Insegnategli a sfogarsi

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«Fategli vedere che possono sfogare la loro rabbia senza far male agli altri. Ad esempio, potete scegliere insieme un cuscino e farlo diventare il “cuscino della rabbia”: il bimbo lo potrà utilizzare per sfogarsi senza farsi male e senza danneggiare gli altri o gli oggetti».

Con i bambini aggressivi molto piccoli può essere utile usare dei libri in cui viene rappresentata la rabbia e il bambino che vi entra a contatto. «Con quelli più grandi, invece, può essere più efficace lo sport. Ad esempio, per bambini particolarmente agitati, che fanno fatica a rispettare le regole e a rimanere dentro gli schemi, sono molto indicate alcune discipline che aiutano a comprendere e gestire le emozioni e insegnano l’autocontrollo».

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