Gravidanza

Quante ecografie vanno fatte in gravidanza?

Spesso durante un percorso nascita vengono prescritti più esami di quanti siano realmente necessari. Ma per il Ministero della Salute le ecografie davvero necessarie da fare in gravidanza sono solo due

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Quante ecografie vanno fatte in gravidanza?

Spinte un po’ dal desiderio, e a volte un po’ anche dalla preoccupazione, le coppie di futuri genitori si fanno convincere a fare numerose ecografie, spesso molte di più di quelle che sono realmente necessarie. Non va dimenticato, infatti, che la gravidanza non è una malattia e ci sono molti aspetti (ad esempio la data di concepimento), che ostetrici o ginecologi possono cogliere anche solo da un buon dialogo con la donna in attesa senza necessità di utilizzare strumenti diagnostici come l’ecografia.

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Ecografie in gravidanza, linee guida

La Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) ha pubblicato il decalogo delle società scientifiche “Buone pratiche in Ginecologia” in cui si sostiene che se la gravidanza è fisiologica, cioè senza particolari fattori di rischio, «le ecografie essenziali, anche secondo il disposto dei nuovi LEA (i livelli essenziali di assistenza, ossia le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione, cioè il ticket), sono due».

Queste due ecografie gratuite hanno lo scopo di «verificare la regolarità del battito cardiaco, la crescita e la posizione del feto». In particolare sono:

  1. Ecografia del primo trimestre di gravidanza (a partire dall’ottava settimana di gravidanza)
  2. Ecografia tra la 19esima e la 21esima settimana di gravidanza (ecografia morfologica)

Un’ulteriore ecografia nel terzo trimestre, tra la 30esima e la 32esima settimana di gestazione, deve essere valutata dall’ostetrica o dal ginecologo che stanno seguendo la gestazione. Nel caso se ne individui la necessità, il medico può prescriverla e viene anch’essa passata dal Sistema Sanitario Nazionale.

La regola base è quella di «non medicalizzare una gravidanza fisiologica, cioè senza fattori di rischio, prescrivendo esami e accertamenti diagnostici superflui», sostiene Elsa Viora, presidente AOGOI (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani).

Ecografia del primo trimestre di gravidanza

Una donna che scopre di essere incinta spesso va subito dal ginecologo per la prima ecografia, ma potrebbe essere troppo presto. Il momento migliore per farla è intorno alle 12 settimane: in questo momento si possono infatti cominciare a valutare gli organi del bambino e, soprattutto, la funzionalità del cuore.

«La prima ecografia è consigliata durante la gravidanza a partire dall’ottava settimana di gestazione, non prima. Le donne sanno bene che il rischio che la gravidanza si interrompa è più alto nelle prime settimane – sottolinea Paola Scavello, ostetrica del Centro medico Santagostino – ma sentire il battito, vedere l’embrione e programmare le visite successive sembra cancellare questa consapevolezza e trasforma un eventuale aborto spontaneo in un trauma se possibile ancora più doloroso».

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Ecografia del secondo trimestre di gravidanza

La seconda ecografia (detta anche morfologica) è prevista tra la 19esima e la 21esima settimana di gravidanza.

In questo esame il medico valuta approfonditamente, tramite le immagini ecografiche, una serie di parametri, tra cui: la quantità di liquido amniotico, la posizione della placenta, ma soprattutto  la morfologia del feto, la sua crescita ed eventuali malformazioni congenite visibili.

Anche in questo caso è bene non anticipare la visita: «Mi capita spesso di fare ecografie anche molto prima, attorno alla 15esima settimana, perché i genitori sono giustamente impazienti di scoprire il sesso del bambino – dice Francesca Sala, ginecologa del Centro Medico Santagostino – ma anche in questo caso, anticipare i tempi è sconsigliato perché la valutazione si basa su linee guida relative a una precisa epoca gestazionale. Se effettuata prima, il medico potrebbe trovarsi a dover segnalare piccole anomalie o ritardi nello sviluppo del tutto normali per una fase precedente della gravidanza, ma che pongono la futura mamma in uno stato d’ansia ingiustificato e che richiedono comunque un’ulteriore ecografia il mese dopo».

Ecografie gratuite

A maggio 2017 il Ministero della Salute ha aggiornato la lista delle prestazioni sanitarie gratuite per tutte le donne gravide in buono stato di salute. Oggi, dunque, sono tre le ecografie che possono essere eseguite senza pagare:

  1. L’ecografia del primo trimestre di gravidanza
  2. Un’ecografia inserita nella diagnosi prenatale del test combinato in cui si valuta la lunghezza del feto e lo spessore della “translucenza nucale” e che si effettua tra le 11 e le 13 settimane di gestazione
  3. Ecografia del secondo trimestre di gravidanza (morfologica)

In caso di rischio, se segnalato dal ginecologo, viene passata anche l’ecografia del terzo trimestre. In cui il medico osserva lo stato di accrescimento del feto, la quantità di liquido amniotico e la posizione del bambino, cefalica o podalica, per scegliere se optare per un parto naturale o cesareo.

Per ulteriori informazioni, leggete il calendario della gravidanza.

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